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Ho di nuovo Instagram, e sono arrabbiato

Ho riaperto da un po' di tempo un account Instagram. L'ho fatto per sentirmi con un tizio che mi piaceva. Ho avuto paura del rifiuto e di sentirmi fuori norma (per l'ennesima volta). Inizialmente era tutto sotto controllo: non ho installato l'app, ci entravo per conversare e stava lì. Non ho pubblicato niente, tranne la mia solita descrizione. Poi Meta ha deciso che gli accessi continui dal browser erano sospetti e rischiavo la sospensione dell'account. Così ho riscaricato il loro pezzo di codice e l'ho inserito nel flusso computazionale del mio dispositivo. Controvoglia. Alla fine l'effetto dopaminico e l'algoritmo hanno ripreso controllo su di me. Ma ho odiato ogni singola cosa che ho guardato, e grazie a quell'anno senza social ho compreso quanta originalità esista nel mondo ma quanto possa diventare degradante e disgustosa quando una piattaforma desiderosa del controllo sociale e di fare premonizione usa i suoi tentacoli manipolatori. Lo odio, voglio andarmene via e mai come adesso considero questo mio blog e questo mio spazio indipendente sacro ma come campo di lotta.

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