Anser anser Picnic Party

Thank you.

Negli ultimi 10 anni certi e più sospetti questa è stata la mia canzone preferita da ascoltare in tutti i momenti in cui mi sentivo giù.
Mi fa ridere oggi che sia partita casualmente dalla mia libreria in un momento in cui sono effettivamente di cattivo umore e non la ascoltavo da tanto. Mi sorprende come non mi rendessi conto nel passato che questo testo era una traccia di tutto quello che facevo e tutto quello che volevo cambiare. Era un punto di arrivo, la ascoltavo con la speranza che un giorno le cose sarebbero andate effettivamente così e avrei avuto qualcuno o qualcosa da ringraziare. Ma il significato che il me adolescente gli attribuiva era di pensare che già tutto stesse così e l'ansia e la frustrazione mi nascondessero la realtà dietro.
Il tempo è passato e alcune di queste cose sono state raggiunte, ma mi sento ancora in cammino ma con la capacità di riuscire a vedere il percorso. Fuori dal labirinto, credo di avere un'idea anche su quella canzone.
Comunque è davvero sorprendente il solipsismo della mente, in cui credi di agguantare la realtà e il significato che sono in realtà caduci e dopo un inverno non ne rimane più nulla, e ti ritrovi a dover cercare qualcosa di nuovo già un attimo dopo. Oppure pensi di aver appena compreso il senso, ma ti guardi dietro e noti che è sempre stato lì e tu non sei mai cambiato: questo pensiero è frustrante se sei alla ricerca dell'altro al di fuori. Forse succede solo quando riesci a comunicare con l'altro e quindi la tua realtà diventa reale.
Il mio problema più grande è comunicare.