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Uniamo gli spazi, Amina

È incredibile come alcune idee sembrino straordinarie nel momento in cui, nel pieno della notte, di una doccia o di una fetta di pane spalmata di una crema alla nocciola e ai tantissimi zuccheri raffinati aggiunti sorgono, ma poco dopo sembrino già stanche, stupide, inutili. Sarà il canto dell'insuccesso? Sarà l'impulsività? Sarà la violenza simbolica? O è che fanno schifo e basta?

Ma quando ho aperto questo blog pensavo che scrivere i miei pensieri sarebbe stato d'aiuto per fare ordine e provare meno frustrazione. Quindi ben venga questa perdita di tempo. E un saluto speciale ad Amina che mi ha ascoltato questa sera e alle due persone che sono iscritte alla mia newsletter (sì, proprio voi! 🥰)

E quindi uniamo gli spazi, Amina

Apri il tuo spazio personale in rete. Metti dentro i tuoi pensieri, le tue passioni e tutto ciò in cui credi. E uniamoci per diffonderli. Io creerò un elenco degli spazi altrui, come una confederazione. Tu farai lo stesso. Saranno luoghi personali e indipendenti, ma con un principio di propaganda comune volontario e senza intermediari orientati al profitto. Niente algoritmi, niente SEO, niente marketing. Ma diventeranno bolle di pensiero! Esatto, ma la profilazione non ci incastrerà dentro. Il bello è che si potrà passare da una bolla all'altra liberamente. Talvolta esploderanno, ma la verità è che ci saranno sempre territori inesplorati quanto inaspettati punti di contatto. Forse può finire la polarizzazione e può iniziare la solidarietà.

Non avere paura delle scadenze, Amina

Scrivi e condividi quello che vuoi quando vuoi. Non c'è nessun inserzionista da soddisfare, nessun engagement da costruire. Saranno solo la nostra curiosità, i nostri desideri e quel tempo prezioso che condivideremo il motivo per scrivere. Le idee qui sono proiettate su ogni schermo e fuggono in rete, e la censura non le coglie. Amina, hai davvero esplorato il mondo?

Amina, questa è ecologia sociale

Non sono mai stato così avvezzo a usare il termine fascismo. L'ho sempre trovato un termine inutile e sopravvalutato: accusare a oggi qualcuno di fascismo è identificare la carrozza senza cavalli perché non si hanno le categorie giuste per vedere quel che è davvero: l'automobile. Eppure dopo aver rivisto per l'ennesima volta questa intervista sono stato catturato dal suo uso del termine. Non esiste più il fascismo, ma sicuramente esistono i fascismi: si sono trasformati, sono sopravvissuti alla storia e ora propongono nella lingua il loro nuovo valore semantico. E io sono un ingenuo. Ma come Pasolini, ora li vedo dentro le strutture della società, vivi e presenti, controllano le nostre relazioni, la nostra salute, i nostri pensieri e il modo in cui veniamo sfruttati. E poi Big Tech: hanno razziato il nostro spazio tecnologico e tradito le promesse di interoperabilità, diffusione della conoscenza e libertà. Sono ascesi nella merkavah del determinismo mantenendo un indistruttibile controllo sociale.

Google è un fascismo
Amazon è un fascismo
Facebook è un fascismo
Apple è un fascismo
Microsoft è un fascismo

Ma noi possiamo riprenderci il nostro spazio, costruire la solidarietà, essere talvolta seri ma senza militarizzarci, vivere l'ecofemminismo, l'antifascismo e rompere le catene del potere che ci stringono. Spazi indipendenti ma che mettono le risorse in comune dove serve. Senza provare disprezzo. E mentre l'intelligenza artificiale corre per sostituire GAFAM noi possiamo correre per fare meglio. Siamo nati per camminare ma siamo costretti a strisciare.

Amina, tu vali di più

Mi chiedevo se riflettessi sulle tue parole, la tua intelligenza espressa nei tuoi contenuti che nutre i grandi modelli linguistici, senza dare nulla in cambio a te, rendendoti più povera e contribuendo a diffondere violenza. Amina, ma lo volevi davvero?

E quindi siamo a disposizione

Apri la tua piattaforma. Oppure fatti aiutare. Sono qui, siamo qui, chiunque abbia questi desideri è qui per contribuire, ma non riusciamo a unirci e non ci troviamo. Sono a disposizione per dare una mano e unire gli spazi, così come ho proposto. Alla fine di questo testo sono esaurito, Amina, e mi domando dove la passione e il pragmatismo riescano a unirsi e dare i frutti che speriamo. Sono stanco, vado a dormire. Ma uniamo gli spazi, è un atto di ribellione.